L'acronimo di piccolamimi
Ecco l'acronimo che piccolamimi ha creato con il proprio nome
Jennifer
Jasper Fforde - Il caso Jane Eyre
Edward Morgan Forster - Monteriano
Nothomb Amélie - Hygiène de l'assassin
Némirovsky Irène - Les mouches d'automne
Isaac Asimov - Preludio alla fondazione
Fitzgerald F. S. - Al di qua del paradiso
Edward Bulwer-Lytton - Gli ultimi giorni di Pompei oppure Emilio Salgari - I pirati della Malesia
Radclyffe Hall Marguerite - Il pozzo della solitudine
Progressi
19 agosto: Terminato libro corrispondente alla lettera J !
24 agosto: Terminato libro corrispondente alla lettera E !
3 commenti:
Finito Il caso Jane Eyre :D!
Ecco di seguito il commento ;)!
Ma come ho fatto a stare finora senza Fforde O_O??
Beh, caspita! Questo si che è un libro da leggere, da leggere assolutamente!
In questo primo lavoro di Jasper Fforde sono condensati - magnificamente, per altro - un sacco di generi letterari:
- fantascienza (è possibile fermare il tempo, si può entrare ed uscire da un'opera letteraria, si può riesumare un animale estinto come il dodo e migliorarlo nelle versioni successive :D);
- giallo (scompaiono infatti dei manoscritti originali a cui Thursday e gli altri OPS devono dare la caccia);
- spy-story (la guerra tra l'Inghilterra e la Crimea mi ricorda la guerra fredda);
- chick-lit (Thursday infatti non è fidanzata ma single da anni, ormai :P).
Il tutto è arricchito da riferimenti alla letteratura inglese (come quelli al Martin Chuzzlewit, Jane Eyre, alcuni lavori della Austen e molti altri e in più dei riferimenti particolari - qui riportati in chiave quasi parodica - riguardanti la controversa paternità alle opere di Shakespeare).
Non mancano i buoni che devono lottare contro il perfido cattivo...e che cattivo [Acheron è un sadico, brr che paura!!] e il tutto è condito da un divertentissimo umorismo british e da punte di sarcasmo che rendono il tutto un'amalgama meravigliosa *__*!!
Un libro diverso dal solito, in cui i libri sono i veri protagonisti e si fa di tutto per salvarli: essi rappresentano un patrimonio che deve essere custodito e salvaguardato ad ogni costo!
Un mondo fantastico di cui Fforde si serve, a mio avviso, per creare una reltà fantastica, assurda ma che possa servire anche da critica nei confronti del nostro mondo, quello reale!
Un romanzo molto particolare e spassoso, da gustare in ogni singolo passaggio ^^! La domanda è: come ho fatto a stare tutto questo tempo senza leggere niente di Fforde O_O??
Prossima tappa: Persi in un buon libro :)! Non vedo l'ora!
Finito Monteriano :D!
Ecco di seguito la prima parte del commento ;) (per Blogger è troppo lungo e così lo devo postare in due volte :D)!
Una piacevole sorpresa [stile narrativo particolare]!
Il romanzo si apre in una stazione del treno, a Charing Cross, dove una certa Lilia sta per partire! È una descrizione piena di nomi che ovviamente il lettore non ha mai sentito nominare ed è tutto così confusionario ma reale che mi è sembrato di stare lì con loro e sentire il chiacchiericcio e le raccomandazioni dei vari personaggi :D!
Piano piano, leggendo, il lettore entra quasi in punta dei piedi nelle vite dei personaggi e la nostra Lilia, donna non particolarmente intelligente né bella ma appartenente (a causa di un matrimonio con Charles Harrieton) alla borghesia inglese, ci conduce a Monteriano, cittadina fittizia che corrisponderebbe alla cittadina toscana di San Gimignano (Siena) dove decide di trasferirsi a causa del folgorante amore per Gino, un italiano del posto, figlio di un dentista!
Ma quello che lei pensava sarebbe stato il luogo della felicità in Italia, paese osannato anche dal cognato Philip che aveva visitato anni prima il Belpaese rimanendone incantato, si trasforma in una prigione dalla quale niente e nessuno sembra possa liberarla e che sarà causa della sua infelicità:
[...] per tutta l'estate e l'autunno, si sentì infelice[...] Non veniva maltrattata, e ben poche erano le parole scortesi da parte del marito. Semplicemente, la lasciava sola.
Nel rapporto tra Lilia e Gino, è vero che Gino è condannato per la sua stupidità e per il suo essere bambino, ottuso, chiuso ma anche Lilia è comunque una donna che ha le sue colpe poiché non riesce a farsi valere, a rendersi autonoma, e solo dopo un po' di tempo conclude che, forse, ha fatto la scelta sbagliata ma quando vuole fuggire via lontano da quel luogo di infelicità è ormai tardi..
È proprio la stessa Lilia a rendersi conto della differenza che esiste tra lei e il suo giovane marito: differenza di classe, sì, ma soprattutto differenza di abitudini, di modi di vivere, di cultura poiché i due appartengono a due nazioni differenti: lei è inglese e lui italiano!
Questo è certamente il filo conduttore di tutto il romanzo, filo che si rispecchia non solo nelle differenze di cultura tra i due sposi ma anche, sopratutto dalla metà del romanzo in poi, tra Harriet e Gino o meglio: tra Harriet e l'Italia!
Harriet, sorella di Philip, è sicuramente un personaggio divertente che prende piede nel corso della narrazione per arrivare ad assumere un ruolo importante nella vicenda. Ha un pessimo carattere: è pedante, quasi snervante ed ha la puzza sotto il naso per tutto quello che riguarda l'Italia anche se sarà lei a riuscire dove tutti gli altri falliranno!
Philip, fratello di Harriet, è invece un uomo che non ha passioni, ama poco il suo lavoro (sembra quasi che faccia finta di lavorare), non si innamora mai ma osserva la vita e non la vive; mi ha fatto ricordare un po' il personaggio di Zeno (Italo Svevo) per il suo modo di non agire; in realtà anche in lui ci sono delle passioni ma, alla fine, si scoprirà che non potranno mai realizzarsi.
FINE PRIMA PARTE
Finito Monteriano :D!
Ecco di seguito la seconda parte del commento ;)
Gino, italiano, non è certo rappresentato come un uomo galante..tutti gli italiani nel romanzo sono un sudici, impiccioni, maleducati e chi piùne ha più ne metta ma - non anticipo niente - la conclusione del romanzo sembra propensa a far "vincere" il modello italiano e non quello inglese. Ho poi notato che la critica verso gli italiani serve molto molto spesso a criticare, quasi allo stesso modo, gli inglesi e, mi è sembrato, in maniera apparentemente più feroce.
Caroline Abbot, amica degli Herrieton, è sicuramente una figura importante all'interno del romanzo: è lei l'espressione della carità e della salvaguardia della moralità tipicamente inglese ma è sempre lei che cede, in un certo qualmodo, a tutto quello per cui aveva lottato fino ad un certo punto ed con questo mi riallaccio al discorso sulla critica agli italiani che sì, è presente, ma che alla fine non è più aspra di quella che, a mio avviso, è riservata agli inglesi.
Questo è il primo romanzo che leggo di Forster; mi ha colpita molto per il suo stile narrativo: molto semplice, essenziale e a volte quasi scarno. Ho letto nella prefazione che l'autore non amava leggere e che chiedesse consiglio sulle letture all'amica Virgina Woolf :O e che, addirittura, non amasse la scrittura di Joyce, innovativa per l'epoca. Questo si riflette sicuramente in questo suo primo romanzo: talvolta sembra che si salti da un argomento ad un altro senza un filo logico, talvolta sembra che l'autore non descriva a fondo la psicologia di quel personaggio e sembra una descrizione "monca" (non so se sia dovuta alla traduzione o meno)...ma a parte questo la narrazione è scorrevole e Forster, nella sua semplicità, ha però sempre la capacità di essere diretto e descrivere le cose proprio come stanno insomma, come dire, pane al pane e vino al vino :D!
Insomma, io lo consiglio: il romanzo ha uno stile narrativo particolare, semplice ma efficace; la storia non è particolarmente complessa ma è molto coinvolgente ed in più, una volta entrati per bene nelle vicende dei singoli personaggi, si riescono ad apprezzare ancor meglio le critiche ed il sarcasmo di Forster (infatti, io mi sono appassionata man mano che procedevo nella lettura)!!
Per saperne di più sulla società inglese e su quello che, all'epoca - si spera :P - si pensava dell'Italia (con stereotipi e pregiudizi annessi :P)!
FINE COMMENTO
Posta un commento